Attacchi di Panico

Attacchi di Panico

Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato.
F.Pessoa

Respiro affannoso, dolori al petto, sudorazione, vampate di calore o di freddo, sensazione di svenimento, paura di morire sono solo alcuni dei sintomi terrificanti di un attacco di panico.
« Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c'erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura... e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. » così Edvard Munch racconta il suo attacco di panico da cui il famoso dipinto “L'urlo”.
Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia caratterizzato da frequenti ed inaspettati attacchi di panico.
L’ansia e la paura sono emozioni normali, che provano tutti, essi hanno la funzione di segnalare situazioni pericolose o spiacevoli. Entro certi livelli, dunque, l’ansia e la paura sono necessarie a ciascuno di noi in quanto ci consentono di affrontare le situazioni “pericolose” ricorrendo alle risorse mentali e fisiche più adeguate. In altri termini possiamo dire che l'ansia e la paura ci salvano la vita.
L'ansia e la paura si trasformano in attacco di panico quando sono così intense da produrre alcuni dei seguenti sintomi:

palpitazioni o tachicardia; sensazione di asfissia o di soffocamento;
dolore o fastidio al petto (es. senso di oppressione toracica);
sensazioni di sbandamento o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata);
disturbi addominali o nausea;
sensazioni di torpore o di formicolio;
brividi di freddo o vampate di calore;
tremori o scosse;
bocca secca o nodo alla gola;
sudorazione accentuata;
sensazione di irrealtà (derealizzazione) o sensazione di essere staccati da se stessi (depersonalizzazione);
confusione mentale;
paura di perdere il controllo o di impazzire; paura di morire.

L’attacco di panico nella sua forma più acuta e intensa si consuma in circa dieci minuti. Avere qualche sporadico attacco di panico, in periodi di stress emotivo, non significa che si soffre di disturbo di panico. Il soggetto affetto da disturbo di panico, infatti, ha attacchi di panico inaspettati e ripetuti, e in particolare, nel periodo di tempo successivo ad essi (almeno un mese), si preoccupa sia dell’eventuale ripresentarsi di questi, che delle loro implicazioni (es. gravi malattie, totale perdita di controllo della propria vita o della propria mente).
Il disturbo di panico è una patologia piuttosto diffusa, fortemente invalidante. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne soffre tra l’1,5% e il 3,5% della popolazione mondiale. Solitamente il decorso del disturbo è cronico, ma mentre alcune persone ne soffrono in modo continuativo, altre presentano intervalli di anni senza attacchi di panico.

Come si manifesta il disturbo di panico
Si ha un attacco di panico quando si è molto spaventati da situazioni (es. stare in un autobus a porte chiuse) o da stimoli interni (es. l’accelerazione del battito cardiaco) che vengono percepiti come minacciosi. In quei momenti il soggetto di solito non riesce bene a capire che cosa gli stia accadendo; nel tentativo di darsi una spiegazione può avere pensieri del tipo: “Sto per svenire!”, “Sto per avere un infarto!”, “Perderò il controllo di me!”, “Impazzirò!”, “Sto per morire!”. Queste interpretazioni spaventano ancora di più la persona e nell’arco di pochi minuti, l’ansia raggiunge il picco più alto di intensità per poi gradualmente decrescere, fino a quando il soggetto sperimenta uno stato di sfinimento fisico e mentale.
Le sensazioni provate durante il primo attacco di panico sono così spiacevoli da indurre nel soggetto il timore di riprovarle, per cui si sviluppa una “paura della paura”. La persona può cercare, quindi, di mettere in atto dei comportamenti volti a prevenire il verificarsi di altri attacchi di panico: come evitare le situazioni che teme possano provocarli (comportamenti di evitamento) o affrontarle soltanto dopo aver preso delle precauzioni (comportamenti protettivi).
Non tutti i soggetti, tuttavia, sviluppano dei comportamenti di evitamento. Il disturbo di panico, infatti, può essere con o senza agorafobia, ovvero l’ansia che si prova quando, in determinati luoghi o situazioni (es. spazi aperti, spazi chiusi, luoghi affollati, mezzi di trasporto), si ritiene difficile o imbarazzante allontanarsi o ricevere aiuto in caso di attacco di panico.
L’età in cui tale disturbo si manifesta per la prima volta varia notevolmente da soggetto a soggetto, ma tipicamente si colloca tra la tarda adolescenza e i 35 anni.

A cura di
Dott. Michelangelo Todaro
--> Psicoterapeuta Catania <--
Via Vittorio Emanuele II, 282